L’Italia ha tagliato più di ogni altro Paese europeo sull’istruzione. Sono tempi difficili per l’Europa, che sta cercando di superare questa crisi adottando diverse soluzioni. Ma il taglio all’istruzione non è di certo la soluzione giusta per risolvere il problema. A sottolinearlo anche l’UE, che trova inadeguati i tagli sull’istruzione attuati dall’Italia. La Commissione Europea ha ripreso l’Italia dicendo: “Sono tempi difficili per le finanze nazionali ma abbiamo bisogno di un approccio coerente in tema di investimenti pubblici nell’istruzione e nella formazione poiché questa è la chiave per il futuro dei nostri giovani e per la ripresa di un’economia sostenibile nel lungo periodo“. La crisi c’é e questo è un dato di fatto, ma occorre capire quali siano i tagli migliori da fare risparmiando settori importanti quali l’istruzione.
Androulla Vassiliou, il commissario europeo responsabile per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato che: “Se gli Stati membri non investono adeguatamente nella modernizzazione dell’istruzione e delle abilità ci troveremo sempre più arretrati rispetto ai nostri concorrenti globali e avremo difficoltà ad affrontare il problema della disoccupazione giovanile“. L’Italia ha iniziato a tagliare pesantemente sull’istruzione dal 2008 con la riforma Gelmini e ora il Paese si trova dinanzi ad una crisi economica che non riesce più a gestire. Continuano dunque i tagli, ma nella direzione sbagliata. Altri Stati membro europei colpiti dalla crisi hanno deciso ad esempio di tagliare in vari settori, ma di incrementare l’investimento nell’istruzione perché di fondamentale importanza per il futuro di qualsiasi Paese. Ad esempio Lussemburgo, Danimarca, Austria e Svezia nonostante le difficoltà economiche degli ultimi tempi hanno scommesso sulla scuola incrementando le risorse.