Laurea: serve ancora?

laurea - Foto di © ?????????® - Fotolia

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Il valore culturale della laurea non vogliamo metterlo in dubbio. Tra riforme, corsi di laurea dalla dubbia utilità, fuoricorso e nepotismi di vario genere, siamo tuttavia convinti che il percorso universitario sia un cammino impegnativo, quanto eccellente.

Ma oggi ci chiediamo se la tanto agognata laurea sia ancora la chiave d’accesso per il mondo del lavoro e, stando alle ultime notizie, la risposta sembra essere negativa. Complice una crisi senza precedenti, nel 2012 si é toccato il triste record di ben 200 mila dottori under 35 senza lavoro, una tendenza in crescita rispetto al 2011: una cifra che è il 48% in più rispetto a quella nel 2008. Dati allarmanti, che vanno a colpire in particolar modo le ragazze e gli studenti nel sud Italia.

Secondo il Rapporto Istat-Cnel sul Benessere equo e sostenibile nel 2011 in Italia soltanto il 20,3% dei ragazzi tra i 30 e i 34 anni ha conseguito un titolo di studio universitario, praticamente la percentuale più bassa di tutta Europa. Guardando nel dettaglio emerge come nel nostro Paese ci siano circa 197 mila disoccupati laureati, considerando la fascia d’età fino ai 34 anni, segnando così un aumento rispetto all’anno scorso del 27,6%.

Un pezzo di carta inutile?

A guardare i dati sulla disoccupazione in generale non si direbbe in verità. Se i giovani sotto i 35 anni laureati presentano un tasso di disoccupazione pari al 14,7%, i loro coetanei con il diploma presentano un tasso al 18,9%, mentre quelli che si sono fermati solo alle medie al 24,8%, molto vicini a chi ha solo ricevuto l’istruzione elementare, al 24,9%. Secondo queste percentuali quindi anche in tempi di crisi nera la laurea può diventare una via d’accesso privilegiata nella ricerca di un impiego.

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