Come riconoscere i provider di software più affidabili
This is a practical manual to help you select reliable, stable and open software providers. We use everyday language. Technical terms are explained with a mini-glossary. Each piece of advice relies on publicly available standards and known best practices (see linked sources, e.g., ISO 27001, SOC 2, CSA STAR, NIST CSF, ENISA). This manual is not legal advice: for legal questions, talk with your local lawyer or DPO.
Indice rapido
- Perché “affidabile” conta
- Che cosa vuol dire “provider affidabile”
- Sicurezza e conformità
- Trasparenza e governance
- Esperienza d’uso, API e supporto
- Prova sociale e reputazione
- Solidità, aspetti legali e rischio
- Prezzi, TCO e lock‑in
- Metodo pratico e checklist
- Mini‑casi
- FAQ
- Conclusioni
Perché “affidabile” conta
Con una soluzione software non si acquista solo “funzionalità”. Ma anche affidabilità, sicurezza, scalabilità, conformità normativa… E i problemi del vendor diventano spesso i nostri: “Disservizi”, “errori”, “rallentamenti”, “perdita di dati”, “fuori servizio” sono solo alcune delle conseguenze di una scelta sbagliata. E questo si traduce anche in costi. Costi diretti ma anche indiretti: oltre alla perdita reputazionale vedi i danni di peformance ai dipendenti, perdita clienti, mancata compliance, sanzioni, fermi.. Fare scouting consapevole significa ridurre costi, rischi e impatti, e massimizzare il ROI. Ma anche migliorare workflow (lente, feedback, engagement). In questo articolo troverete un elenco di criteri, domande e attenzioni che potreste utilizzare in una richiesta di preventivo (RDF), durante una demo, o in un test di fattibilità (POC). All’interno troverete anche una lista di una serie di criteri concreti ed oggettivi.
In questa guida vedrete criteri chiari, domande da fare e segnali di allarme. Potete usarla per RFP, demo e prove sul campo (PoC). Ogni punto è concreto e verificabile.
Che cosa vuol dire “provider affidabile”
Un provider affidabile è una azienda che:
- Protegge i dati (sicurezza forte, audit indipendenti).
- Garantisce disponibilità (SLA reali, status page, piani di emergenza).
- Rispetta le leggi (GDPR e altre norme).
- È trasparente (documenti pubblici, contratto chiaro, uscita facile).
- Dà supporto rapido e utile.
- È sana a livello finanziario e di governance.
Sicurezza e conformità: che cosa verificare
Certificazioni e audit (prove concrete)
- ISO/IEC 27001 (sistema di gestione della sicurezza). È uno standard globale: ISO 27001. Per cloud: ISO 27017 e ISO 27018.
- SOC 2 Type II (controlli su sicurezza nel tempo, audit di ente terzo). Info: AICPA.
- CSA STAR (attestazione sicurezza cloud): Cloud Security Alliance STAR.
Chiedete certificati validi e l’ultimo “audit report” o “attestation”. Verificate le date e l’ambito.
GDPR e dati personali
- DPA (Data Processing Agreement): spiega ruoli e doveri su dati. Base: Garante Privacy e EDPB.
- SCC (Standard Contractual Clauses) per trasferimenti fuori UE: Commissione UE.
- Minimizzazione dati, cifratura, retention chiara (quanto tenete i dati?).
Sicurezza by design (protezione già in fase di sviluppo)
- SDLC sicuro (processo di sviluppo con controlli). Test su vulnerabilità note: OWASP Top 10 e OWASP ASVS.
- VDP (Vulnerability Disclosure Program) o bug bounty: canale per segnalare bug in modo sicuro: disclose.io.
- Patch rapide su CVE note: database ufficiale NVD.
- SBOM (lista dei componenti software). Aiuta a sapere cosa va patchato: CISA SBOM.
- Cifratura “at rest” e “in transit”. Chiave gestione chiara.
Affidabilità e continuità (servizio sempre attivo)
- SLA (accordo sul livello di servizio), SLO, SLI (obiettivi e indicatori). Concetti chiari qui: SRE SLO.
- Status page pubblica con storico incidenti e post‑mortem: cultura del post‑mortem.
- RTO/RPO (tempo per ripartire/quanto dato si può perdere). Vedi guida NIST: SP 800‑34.
- Backup testati, architettura ad alta disponibilità (più zone/regioni).
Trasparenza e governance (fiducia concreta)
- Trust Center pubblico: certificazioni, whitepaper, report pen test, politiche. Un Trust Center mostra maturità.
- Roadmap e changelog pubblici. Politiche di deprecazione chiare (quanto preavviso prima di rimuovere una funzione?).
- Data governance e portabilità: export completo e auto‑servito, schema dati documentato, formati aperti. Diritto alla portabilità (GDPR art. 20): testo.
- Piano di uscita (exit plan) nel contratto: come riprendere i dati, in che tempi, con che aiuto.
Esperienza d’uso, API e supporto
- Onboarding facile: guide, video, esempi chiari, sandbox.
- API di qualità: standard aperti (OpenAPI, JSON Schema, OAuth 2.0), versioni stabili, limiti chiari.
- Documentazione aggiornata, esempi di errore, tempi medi di risposta dell’API.
- Supporto su più canali (email, chat, telefono), tempi garantiti, escalation, Customer Success dedicato se serve.
- Community viva: forum, eventi, partner certificati.
Prova sociale e reputazione
- Case study con dati reali, referenze clienti contattabili.
- Recensioni su portali terzi: G2, Capterra, Gartner Peer Insights.
- Trasparenza su incidenti passati e azioni correttive (post‑mortem pubblici).
Nei settori regolati (es. finanza, sanità, iGaming) servono prove extra. In Italia per il gioco serve licenza ADM. Valutate anche portali e community di settore per capire stabilità, pagamenti e supporto. In questi casi è utile leggere websites di nicchia e testate indipendenti per avere un quadro più ampio del mercato, dei fornitori e dell’affidabilità percepita dagli utenti.
Solidità finanziaria, aspetti legali e rischio fornitore
- Salute finanziaria: longevità, crescita sostenibile, round e bilanci (se pubblici).
- Contratti chiari: SLA con penali, diritto di audit, clausole di continuità operativa, escrow del codice per on‑prem/ibrido.
- Rischio supply chain: linee guida utili di UK NCSC, CISA ed ENISA.
- Conformità locale: norme di settore, restrizioni export, requisiti pubblica amministrazione (in Italia: ACN e AgID per linee guida).
Prezzi, TCO e lock‑in
- Prezzi trasparenti: niente costi nascosti (overage, add‑on, supporto premium obbligatorio).
- TCO (costo totale): licenze + cloud + integrazioni + training + migrazione + uscita.
- Lock‑in: evitate formati chiusi. Chiedete standard aperti, export completo, clausole di portabilità nel contratto. Seguite i principi del NIST CSF su resilienza e gestione del rischio anche per le dipendenze.
Metodo pratico e checklist
Usate questa checklist. Date un voto da 1 a 5 a ogni punto. Potete pesare le aree come indicato.
Checklist rapida (6 aree)
- Sicurezza e conformità (25%): ISO 27001 o SOC 2 Type II validi? DPA GDPR completo? Cifratura forte? VDP/bug bounty attivo? SBOM disponibile?
- Affidabilità e SLA (20%): status page con storico? Uptime dimostrato? RTO/RPO dichiarati e testati? Post‑mortem pubblici?
- Trasparenza e governance (15%): Trust Center aggiornato? Roadmap e changelog pubblici? Politica di deprecazione chiara? Exit plan contrattuale?
- UX, API e supporto (15%): documentazione chiara? API con OpenAPI e versioning? Tempi di risposta supporto garantiti? CSM?
- Reputazione (10%): case study verificabili? Recensioni su siti terzi affidabili? Community attiva?
- Finanza, legale e TCO (15%): solidità economica? SLA con penali? Escrow se serve? Prezzi chiari? Costi nascosti assenti?
Regole minime: non scegliete provider sotto 3/5 in sicurezza o sotto 2,5/5 in affidabilità.
Domande da inserire in una RFP
- Avete ISO 27001 o SOC 2 Type II aggiornati? Potete condividere l’attestation?
- Avete un Trust Center e una status page con storico incidenti e post‑mortem?
- Quali sono RTO e RPO per i servizi chiave? Quando testate il DR?
- Avete VDP o programma bug bounty? Tempo medio per patch critiche?
- Come gestite SBOM e dipendenze con CVE note?
- Esiste una roadmap pubblica? Qual è il preavviso per deprecazioni?
- Posso esportare tutti i miei dati con schema documentato in formati aperti?
- Quali sono gli SLA con penali economiche? Tempi garantiti per il supporto?
- Avete referenze in settori regolati (es. iGaming con licenza ADM)?
Red flags (campanelli d’allarme)
- Nessun audit indipendente. Certificazioni scadute o non verificabili.
- Status page assente o sempre “verde”, senza storico e senza post‑mortem.
- SLA vaghi, senza penali. Nessun dato su RTO/RPO o test DR.
- Nessun VDP/bug bounty. Patch lente per vulnerabilità gravi.
- Export dati incompleto o a pagamento. Formati proprietari chiusi.
- Prezzi poco chiari. Aumenti unilaterali senza preavviso.
- Roadmap opaca. Supporto solo via email senza tempi garantiti.
Mini‑casi (metodo in pratica)
Provider A (trasparente): ha Trust Center con ISO 27001 e SOC 2 Type II, status page con storico, post‑mortem chiari, RTO 4 ore e RPO 15 minuti, export self‑service in CSV/JSON, API con OpenAPI, SLA con penali. Risultato: punteggio alto, rischio basso.
Provider B (opaco): nessun audit, niente status page, termini vaghi, export solo su richiesta e a pagamento, nessuna politica di deprecazione, prezzi con sorprese. Risultato: punteggio basso, rischio alto, da evitare.
FAQ
Quali certificazioni contano di più?
This is a page of service health and history. Check uptime, incident details, recovery time and post-mortem. No history is a bad sign. Good practices: SRE post-mortem.
Che cos’è una status page? Che cosa devo guardare?
Open standards better (OpenAPI, JSON). Request full Export with Schema. Make Exit Plan part of the SLA. Test Export Plan for PoC. The right to portability helps: GDPR Article 20.
Come evitare il vendor lock‑in?
Read up on case studies with figures, reviews on third-party websites (G2, Capterra, Gartner Peer Insights), community and forums. Look for transparency about incidents and corrective measures. For supply chain and risk, check out NCSC and ENISA.
Come valido la reputazione di un fornitore?
If the software is on-premises or hybrid and the service is critical. If the software is on-premises or hybrid and the service is critical. L’escrow è consigliato, perché mette al riparo da problemi nel caso di fallimento del fornitore. Consideratelo sempre nei contratti chiave insieme a SLA e penali.
Quando serve un escrow del codice?
Backup, failover e sicurezza vanno chiesti a parole (RFP) e testati in pratica (PoC). Chiedete (e verificate) audit di sicurezza esterni e interni, status-page con storico di downtime, SLA con penali, portabilità dei dati in formati standard, supporto tecnico 24/7 e trasparenza di prezzi e latenza. Prendete la checklist, fate domande su ogni punto in RFP, testate esportazione e ripristino dei dati in una PoC. Se siete in settori regolati o pubblica amministrazione chiedete anche di licenze, server e software localizzati in Italia. Copiate la checklist, pesate ogni punto per la vostra azienda, preparate una RFP con domande su ogni punto. Mettete a confronto 2–3 fornitori e scegliete quello che dà più risposte. Non più promesse.
Conclusioni e prossimi passi
Un provider affidabile si riconosce con prove, non con promesse. Cercate audit seri, status page con storico, SLA con penali, dati portabili, supporto rapido e prezzi chiari. Usate la checklist, fate domande in RFP e testate export e ripristino in una PoC. Se operate in settori regolati, aggiungete controlli extra su licenze e norme locali.
Prossimi passi: copiate la checklist, fissate i pesi per le vostre priorità, preparate una RFP con le domande chiave e confrontate 2–3 fornitori in parallelo. Scegliete quello che dà più prove, non quello che fa più promesse.
Fonti utili: ISO 27001 • ISO 27017 • ISO 27018 • SOC 2 • CSA STAR • NIST CSF • OWASP Top 10 • Garante Privacy • EDPB • SCC • NVD • SBOM • NCSC • ENISA Cloud
